A cavallo fra XIX e XX secolo pare che la Banda abbia avuto un momento di crisi, per ragioni di ordine finanziario, che ne limitarono le esibizioni e il repertorio, ormai ridotto a marce e ballabili. Nemmeno il rinnovo della divisa, attuato nel 1902, riuscì a rilanciare la Banda. Ciò avvenne solo con l’arrivo in Parrocchia del prevosto Giovanni Chitò (1909 – 1946+), il quale presa a cuore la questione, con la collaborazione del curato don Antonio de Vignani, si pose all’opera per favorire il rinnovamento dell’istituzione.
Dapprima caldeggiò la stesura di un nuovo “Statuto e regolamento interno del Corpo Musicale di Almenno San Salvatore”, che fu approvato nella seduta generale dei soci il 28 gennaio 1911.
Il documento, composto da 27 articoli, anzitutto stabilisce che il Corpo prenda il nome di “Banda di Almenno San Salvatore”; quindi richiama norme già proposte nello Statuto del 1857, insistendo sul contegno educato e civile dei bandisti, sull’ordine e sulla disciplina “pel decoro e l’onore del Corpo”, sul divieto di seminare discordia e disordini fra colleghi.
Sebbene per statuto chiunque avrebbe potuto entrare a far parte della Banda, purchè la sua domanda fosse stata accolta dalla maggioranza dei soci, si fece in modo di favorire soprattutto le persone del luogo,così da garantire più omogeneità. Il prevosto Chitò sostenne anche finanziariamente la Banda contribuendo a spese della Parrocchia all’acquisto di un certo numero di strumenti (nell’archivio Parrocchiale esiste un preventivo di £ 1562 datato il 12 marzo 1911)e la ospitò a lungo nei locali del vecchio Oratorio in via Vignola.
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