Erano momenti difficili. Per coltivare l’arte musicale, infatti, ci si doveva riunire per costituire un complesso e per fare le prove; ma le leggi asburgiche proibivano ogni tipo di associazione, perché temevano che nelle adunanze private si diffondessero idee rivoluzionarie. Nonostante queste difficoltà, si deve pensare che la passione per la musica continuasse a serpeggiare fra gli Almennesi e che fosse favorita dalle autorità austriache locali, che, seguendo le tradizioni del paese d’origine, miravano a far nascere anche nelle aree di conquista, dei gruppi di musicanti, riuniti in fanfare, la cui funzione era quella di rallegrare le feste civili o particolari circostanze in cui privati cittadini richiedevano della musica. Intervenivano certamente anche alle feste religiose, ma al di fuori delle funzioni sacre. In base a tale interpretazione diventa plausibile che la Banda di Almenno fosse già nata nel 1845, come è stato tramandato dalla testimonianza orale di anziani musicanti, anche se per ora non si sono ancora ritrovati documenti di conferma. Non sembra invece vera “la tradizione orale”, la quale sostiene “che in una memorabile giornata del 1848 la Banda accolse trionfalmente in paese Giuseppe Garibaldi”, perché si sa che il generale venne ad Almenno solo nel 1859 e vi pernottò la notte fra il 7 e l’8 giugno.
Solo in un secondo momento la Banda, istituzione profana, cominciò a prestare servizio anche per solennizzare le funzioni religiose. Questo suscitò reazioni contrastanti fra chi era entusiasta della novità e chi temeva la profanazione. Ad Almenno le polemiche furono aspre e contrapposero il prevosto Giuseppe Baizini (1828-1873) da una parte, il Regio Commissario Distrettuale e il “capo della banda” Stefano Ronzoni dall’altra. Ne nacque una vertenza, della quale si conserva la documentazione nell’Archivio Parrocchiale di Almenno S. Salvatore. In essa si colgono le seguenti notizie:
– La Banda suonò alla processione svoltasi nel 1851 alla Madonna del Castello, in occasione della festa dell’Apparizione che ricorre il 26 aprile;
– Negli anni 1852 e 1853 prestò servizio nelle feste del Corpus Domini, del S. Rosario, del Natalizio dell’Imperatore nella parrocchiale di San Salvatore, dell’Apparizione alla Madonna de Castello;
– In occasione delle celebrazioni per il giorno natale del sovrano d’Austria, per volontà del Regio Commissario Distrettuale, fu perfino introdotta in chiesa “a suonare nel tempo della Messa l’Inno nazionale fra la Messa e il Te Deum”;
– Il prevosto Baizini, facendo appello anche al vescovo mons. Luigi Speranza, in nome del decoro delle funzioni cercò ripetutamente di estromettere la Banda, ma l’entusiasmo popolare era tale che alla fine dovette piegarsi, non senza però aver imposto alcune condizioni, come quella che gli fosse richiesto il permesso di volta in volta, che si eseguissero “suonate brevissime” de terminarsi ad un cenno del parroco e che alle processioni fosse presente la Forza Pubblica.
Lascia un commento